


I fattori di rischio in psicologia sono delle condizioni che possono portare a conseguenze negative sulla salute mentale. Non è una relazione causa – effetto, ma statisticamente, chi si imbatte in uno o più fattori di rischio, ha maggiori probabilità di incorrere in disagio psicosociale. Fattori di rischio generali possono essere, ad esempio, traumi in infanzia, grave psicopatologia genitoriale, crescere in un ambiente socialmente povero….
I DSA, se non adeguatamente trattati, possono portare a sofferenza (tristezza, ansia, bassa autostima) e abbandono scolastico in adolescenza.
Per ridurre l’impatto dei fattori rischio, oltre ad una diagnosi precoce e ad un intervento tempestivo quando necessari, è possibile agire puntando sui fattori protettivi, condizioni che aumentano il benessere dei ragazzi. Anche in questo caso non esiste una relazione causa – effetto tra fattori protettivi e benessere, ma interagiscono con le caratteristiche individuali e ambientali.
Tra i fattori protettivi più importanti in adolescenza vi sono le life skills: competenze (di tipo cognitivo, emotivo, sociale e relazionale) che consentono ai ragazzi di affrontare con successo le sfide della crescita e raggiungere i propri obiettivi (scolastici, identitari, aggregativi…) senza cadere in comportamenti a rischio. Queste abilità possono essere allenate e favorite dall’ambiente sociale.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ne riconosce 10.
Si possono distinguere il problem solving cognitivo e interpersonale.
Il problem solving cognitivo richiede l’utilizzo di piani d’azione, strategie e ragionamenti (ad esempio andare bene in una determinata materia). I fallimenti nella risoluzione di problemi cognitivi possono portare a frustrazione. Per evitare il senso di impotenza e trovare la motivazione per riprovare è utile circoscrivere la causa del fallimento e identificare strumenti di azione alternativi.
Il problem solving interpersonale riguarda la sfera sociale (ad esempio conflitti, situazioni spiacevoli all’interno di un gruppo…). Spesso questi problemi sono segnalati da emozioni negative (rabbia, tristezza…) che è importante riconoscere. In questo caso, oltre a soddisfare i propri bisogni, la strategia scelta deve considerare il benessere delle altre persone.
Seguimi per conoscere le altre life skills identificate dall’OMS!